Val Grande

Il territorio coincide in parte con quello del Parco Nazionale della Val Grande ed il bosco caratterizza la quasi totalità della sua superficie, con lariceti, abetine e rare peccete, e le latifoglie, in particolare faggete, castagneti e boschi misti con rovere, aceri, frassini e betulle; in quota le conifere sono quasi solo presenti nel versante vigezzino, altrove eliminate dall'attività silvopastorale.

Nell'area appartenente alla Val Vigezzo i versanti montani sono di media pendenza ove si trovano faggio con abete bianco e verso le quote più alte, lariceti e praterie tuttora pascolate, per la presenza di poche aziende che ancora monticano nell'area. Il versante della Valle Toce è anch'esso scosceso, a rocce e boschi.

I prato pascoli sono più frequenti nelle aree più facilmente accessibili, in prossimità delle borgate abitate.
Gli ovicaprini prevalgono nettamente sui bovini ed elevata è l'incidenza dell'allevamento equino che è quasi equiparabile a quello bovino per numero di capi presenti.

Nella generalità dei casi la struttura portante dei vecchi fabbricati d'alpe è realizzata con materiale locale (pietre e legno).
Le produzioni sono molto limitate e legate alla trasformazione di latte caprino.

I centri abitati sono insediamenti rurali di estensione e importanza territoriale ridotta, storicamente abitati da popolazioni dedite all'alpeggio, al disboscamento e alla lavorazione delle pietre. A testimonianza di quest'ultima vocazione della valle restano, infatti, tracce delle storiche cave di marmo rosa di Condoglia (utilizzate sin dal XIV secolo, ad esempio per la costruzione del duomo di Milano).

Si segnalano inoltre i resti della Linea Cadorna sistema infrastrutturale difensivo, voluto da Luigi Cadorna durante la Prima Guerra Mondiale, che si estende dall'Ossola fino alla Valtellina, con il complesso sistema di piccoli rifugi scavati nella roccia, mulattiere, casermette e trincee, rilevabili a partire da Cuzzago in direzione Verbania.