Il Nord Ovest delle valli alpine franco provenzali

Il paesaggio rurale ed agrario

La vallata, in gran parte inserita per circa il 50 % della superficie all'interno del Parco Nazionale del Gran Paradiso, ambiente unico ed eccezionale ad elevata naturalità, che ospita il nucleo originario dello stambecco e un buon numero di habitat, specie vegetali ed animali (tra cui il gipeto, l'aquila reale, il lupo e probabilmente la lince) di interesse comunitario, già storica riserva di caccia reale, presenta tre poli principali, Locana, Noasca e Ceresole (con aggiunta dell'appellativo "Reale" dal 1862 per concessione regia in cambio dell'esclusività di caccia al camoscio e allo stambecco nei suoi territori). Il punto di confluenza della vicina valle del torrente Soana si trova a Pont Canavese, località arroccata proprio alla confluenza dei due corsi d'acqua e insediamento di cerniera tra le due vallate.

Il rilievo alpino raggiunge e supera i 4000 metri di quota, presso la vetta del Gran Paradiso. A queste quote (in media comprese tra 2300 e 3600 metri) i rari pascoli sono connotati da formazioni di elevata naturalità ed utilizzati perlopiù da animali selvatici.

Nei pressi del fiume Orco, tra Locana e Sparone - a quote prossime ai 500-700 m s.l.m. - il paesaggio tipico delle aree di esondazione ordinaria e straordinaria dei torrenti ove la superficie è ondulata ed è fortemente condizionata dall'azione fluviale anche attuale vede un uso del suolo lasciato al libero sviluppo della vegetazione a salici che si alterna ad un utilizzo agrario marginale e alla praticoltura.

Di particolare interesse sono i laghi alpini di Ceresole Reale, Agnel e Serrù e gli altri laghi glaciali minori che costituiscono ambienti paesaggistici e naturalistici di elevato valore, così come il sistema delle cime delle Levanne.

Si segnalano il sistema viario storico legato alla strada reale, rete delle rotte di caccia che collegano piccoli insediamenti d'alta quota e accampamenti reali ("Mulattiera Reale" da Noasca al Nivolet) e il sistema fluviale del torrente Orco, con le sue cascate (cascata della Noaschetta, poco oltre Noasca) e forre (gola oltre la cascata del Roc).

Punti di osservazione del paesaggio

Comune	Luogo	Punto di osservazione	Tipo veduta	Oggetto della veduta
Ceresole Reale	Nivolet	Strada del Colle del Nivolet	fondale,panorama ampio	Valle Orco, dighe e laghi di Agnei e Serru, Alpi Graie

Itinerari

Prodotti

I prodotti, attribuiti al territorio sulla base dei comuni elencati e definiti dal Piano Paesaggistico Regionale, possono essere segnalati anche in territori in cui la produzione è marginale.

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risultati

Ricetta

Camoscio al civet

Procedimento

Tagliate a cubetti la carne di camoscio. Pulite le verdure e riducetele a dadini piccolissimi, (due millimetri di lato). Immergete la carne e le verdure nel vino, lasciandole per circa 12 ore.
Scolate il tutto, conservando il liquido della marinata.
Rosolate la carne e le verdure con un filo di extravergine. Salate, pepate, aggiungete le bacche di ginepro e i chiodi di garofano. Bagnate con il vino precedentemente messo da parte e continuate la cottura a fuoco lento, aggiungendo il pomodoro passato e, quando necessario, un mestolo di brodo. Poco prima di togliere dal fuoco, stemperate nel sugo mezzo cucchiaio di farina, per renderlo più cremoso.
Si consiglia di servire con polenta (di farina macinata a pietra).
La ricetta rientra in un filone tradizionale - molto meno frequentato di un tempo, per ragioni "filosofiche" e di evoluzione del gusto - della cucina alpina. Lo stufato detto civet (termine francese, trascritto sivé in Piemonte) è, come l'analogo salmì, una cottura particolarmente adatta alla selvaggina da pelo. Ricordate che prima dell'impiego la carne va sottoposta a una prolungata frollatura, operazione cui, in caso di acquisto in negozio, dovrebbe avere provveduto il fornitore: è bene, però, informarsi su tempi e modalità di trattamento.