Le miasse dell'alto eporediese sono sottili e croccanti cialde rettangolari a base di farina di granoturco grandi quasi quanto un foglio da lettera che vengono cotte su apposite piastre, riscaldate sul fuoco del camino. La versione valsesiana prevede invece l'impiego di farina di grano tenero e sono cotte fra due ferri rotondi uniti da una cerniera. Una volta cotte le miasse di mais vengono farcite con "salignon" mentre quelle valsesiane generalmente prevedono una farcitura con salumi e formaggi o con confetture.
Territorio di produzione
Le miacce, miasse o miasce o amiasc sono prodotte soprattutto nell'Alto Canavese ai confini con la Valle d'Aosta, in particolare, nei comuni di Quincinetto e Settimo Vittone in provincia di Torino e nelle aree montane della provincia di Biella. Altre versioni si trovano in tutta la Valsesia e in alcune vallate dell'Alto Piemonte di tradizione Walser.
Metodo di preparazione
Per preparare le miasse, si mescolano farina di granoturco e pochissima farina di grano tenero con acqua ottenendo una morbidissima pastella la quale viene stesa il più velocemente possibile su una piastra in ferro rettangolare posizionata su uno speciale cavalletto; in questo modo, la cialda cuoce sotto. La piastra viene poi spostata davanti al cavalletto agganciandola agli appositi occhielli per far sì che la miassa cuocia sopra. Tradizionalmente le miasse del Canavese confinante con la Valle d'Aosta vengono immediatamente spalmate di "salignun" (tomino impastato con sale, pepe, peperoncino e semi di cumino selvatico), piegate due volte e consumate immediatamente.
Per preparare le miacce valsesiane, si stempera la farina con latte e uova sbattute (un tempo acqua o siero e senza uova) in modo da ottenere una pastella. Si aggiungono, poi, sale ed eventualmente poco burro e panna.Le miacce vengono cotte con un ferro per cialde costituito da due dischi di ferro (aventi un diametro di 25 cm ed uno spessore di pochi millimetri) incernierati ad una estremità e dotati di due lunghi manici. Con un mestolino si fa colare il giusto quantitativo di pastella, stendendola velocemente ed uniformemente con un'apposita spatola, su uno dei due dischi, preventivamente riscaldato sulla fiamma e leggermente unto con lardo. Si richiude l'attrezzo e lo si riporta sulla fiamma rivoltandolo più volte. Una volta cotta si stacca dal ferro e si procede alla farcitura.
Storia
Le miacce, miasse o miasce o amiasc hanno origini Walser e oltre che in Piemonte si preparano anche nella Valle del Lys, conosciuta anche come Valle di Gressoney. Un riferimento alle miasce si trova ne "La guerra di Andorno", una cronaca di Biella scritta in latino nel 1488 da Giacomo Orsi di Candelo (Biella). In passato, erano spesso cucinate nelle famiglie come sostitutivo del pane.
Curiosità
Le miacce, miasse o miasce o amiasc vanno servite molto calde. Nell'Alto Canavese, vengono solitamente accompagnate da due formaggi tipici della zona: il salignon o il mortret o murtret . Le miacce valsesiane tradizionalmente si farciscono con salumi e formaggi, ma attualmente si consumano anche farcite con confetture, panna e frutta o creme al cioccolato.