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Enoteche, fiere, paesaggi ed ecomusei

Presentazione
Le produzioni agroalimentari piemontesi hanno caratteristiche peculiari e di qualità strettamente legate alla loro storia e al profondo legame con i rispettivi territori di coltivazione e lavorazione.
Per farli conoscere ed apprezzare a tutti viene svolta una costante attività di tutela, valorizzazione, promozione da parte di tutto il sistema istituzionale e delle organizzazioni dei produttori, sia attraverso politiche di qualità anche del territorio, sia attraverso la presenza di un sistema composto dalle Enoteche, dalle strade del vino, dalle fiere, dai mercati e dagli ecomusei.
Il paesaggio e le sue produzioni di qualità
Il paesaggio è una risorsa di tutti, patrimonio naturale e culturale allo stesso tempo, un "sistema vivente, in continua evoluzione, risultato del rapporto tra natura e opera dell'uomo”.
E il paesaggio agrario in particolare è il risultato delle vocazioni del territorio, dei suoi fattori limitanti e delle sue potenzialità nonché delle particolari tecniche e dei metodi utilizzati dall'uomo per produrre.
Il paesaggio oggi è sempre più un elemento fondamentale dello sviluppo economico dei territori legato alle peculiarità ambientali e alle eccellenze enogastronomiche: la gestione del paesaggio è divenuta infatti alla base della qualità e tipicità delle produzioni stesse il cui successo non è più misurabile solo in termini organolettici, ma anche rispetto alla qualità del paesaggio in cui vengono prodotti e ne costituisce un valore aggiunto.
Così è diventato centrale il ruolo del paesaggio nelle politiche territoriali, al fine di tutelarlo insieme ai suoi valori e alle identità culturali dei luoghi. E la prima forma di tutela è quella di farlo conoscere, anche e in primo luogo a colui a cui appartiene e che ci vive, perché possa comprenderne le caratteristiche e i valori e possa così rafforzare i suoi legami con il territorio e imparare a rispettarlo.
I paesaggi rurali storici. Paesaggi creati dalle attività agricole, forestali e pastorali nel corso della storia
Il catalogo nazionale dei paesaggi rurali storici
Con il progetto di ricerca promosso dal Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali sul "Catalogo nazionale dei paesaggi rurali storici" (Ed.Laterza, 2010) 14 università italiane ed alcuni enti di ricerca internazionali hanno identificato 123 paesaggi distribuiti in tutte le regioni italiane, raccolti in schede descrittive che prendono in considerazione il loro valore storico, i prodotti tipici e le criticità che minacciano la loro integrità.
Il progetto ha individuato in Piemonte 6 paesaggi (e due tenute) e costituisce un importante riferimento per lo sviluppo della politica di conservazione del paesaggio agrario:
- Alpeggi della Raschera
- Altopiano della Vauda
- Baraggia vercellese e biellese
- Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino
- Pascoli arborati di Roccaverano
- Policolture storiche della Valle Uzzone.
- Cascina San Michele, nel comune di Bosco Marengo (tenuta)
- Vigna Galarei (tenuta)
Il Registro Nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico, delle pratiche agricole e delle conoscenze tradizionali
Con Decreto n. 17070 del 19 novembre 2012, lo Stato Italiano ha istituito l'Osservatorio Nazionale del Paesaggio rurale, delle pratiche agricole e conoscenze tradizionali (ONPR) e contestualmente previsto, all'articolo 4, l'istituzione del "Registro nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico, delle pratiche agricole e delle conoscenze tradizionali".
Il registro nazionale del paesaggio rurale storico mette al centro i paesaggi creati dalle attività agricole, forestali e pastorali nel corso della storia, cioè che "sono presenti in un determinato territorio da lungo tempo, anche molti secoli, e che risultano stabilizzati, o evolvono molto lentamente".
L'Osservatorio raccoglie le candidature provenienti dagli Enti interessati su tutto il territorio nazionale, verifica che soddisfino determinati requisiti di ammissibilità e li approva in sede di Conferenza permanente Stato-Regioni. Con decreto a firma del Ministro per le politiche agricole, alimentari e forestali, contenente la menzione che esplicita i motivi del riconoscimento, i paesaggi rurali vengono iscritti nel Registro.
L'iscrizione di un territorio nel Registro Nazionale offre non solo la possibilità di essere scelti per una successiva candidatura UNESCO, così come al GIAHS (Globally Important Agricultural Heritage Systems per FAO), ma anche di attivare una serie di strumenti per rendere la conservazione del paesaggio tradizionale un fattore competitivo a favore delle imprese agricole e turistiche.
Attualmente in Piemonte tre paesaggi stanno affrontando il lungo e complesso iter per il riconoscimento: i Paesaggi terrazzati viticoli alle falde del Mombarone (Carema e Settimo Vittone), i Ciabot dell'Alta Langa e gli Alpeggi della Raschera nel comune di Frabosa Soprana.
La valorizzazione del paesaggio, ai fini della tutela e promozione del territorio, tramite la redazione delle mappe del paesaggio
Quattro territori regionali, che erano stati individuati nel Catalogo Nazionale, hanno sperimentato per conto di ISMEA-Rete Rurale Nazionale, organo tecnico dell'Osservatorio Nazionale, un percorso di valorizzazione del loro paesaggio, ai fini della tutela e promozione del territorio, tramite la redazione di mappe condivise via web tramite uno specifico tool di Google, Google My Maps.
Si tratta di:
- Baraggia vercellese e biellese - (video)
- Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino - (video)
- Sistema policolturale della Valle Uzzone - (video)
- Pascoli arborati di Roccaverano.
- Alta Langa della Malora Fenogliana - (video)
Le mappe sono visualizzabili insieme ad altre ottanta nazionali sul sito:
https://www.reterurale.it/mappepaesaggio
Per visualizzarle correttamente dal cellulare, si consiglia di scaricare l'app "My Maps".
Questo strumento, oltre a rendere fruibili ai visitatori su canali di comunicazione ad ampio raggio e di facile accesso le caratteristiche dei paesaggi, consente anche di attivare percorsi di cooperazione territoriale per implementare quella multifunzionalità agricola che è strategica per lo sviluppo in chiave moderna di una efficace e capillare tutela.
In tal modo, si intende rendere consapevole il turista/visitatore/abitante che gli elementi delle colture agricole presentate sulla mappa svolgono delle funzioni specifiche riconducibili alla preservazione del paesaggio (in primis contrasto al dissesto idrogeologico e la conservazione della biodiversità), ad un legame storico riguardo le pratiche agricole (funzione sociale degli insediamenti rurali) e possono incidere, a seconda del tipo di impianto e della tecnica scelta, nella salvaguardia dell'ambiente.
Paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato patrimonio Unesco
I paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato sono sei aree di eccellenza, lungo dolci colline coperte da vigneti a perdita d’occhio, inframmezzati da piccoli villaggi di altura e pregevoli castelli medievali, dove da secoli la viticoltura costituisce il fulcro della vita economica e sociale.
Un'estensione di 10.789 ettari, aree articolate all’interno dei confini delle Province di Alessandria, Asti e Cuneo (tre nel comprensorio delle Langhe, due in quello dell’Alto Monferrato e una nel Basso Monferrato). Il sito è caratterizzato da un ricco e diversificato sistema di cascine, aziende vitivinicole, industrie enologiche, cantine sociali, enoteche pubbliche e private, che in alcuni casi costituiscono luoghi simbolo per la storia e lo sviluppo della viticoltura e dell’enologia nazionale e internazionale. Inoltre sono presenti manufatti di natura “vernacolare”, quali gli infernot scavati nella Pietra da Cantoni, destinati alla conservazione domestica dei vini più pregiati.
Tali aree sono l’immagine di paesaggio vitivinicolo europeo per la loro grande qualità estetica, grazie alla tradizione storica della coltivazione della vite, dei processi di vinificazione, di un contesto sociale, rurale e di un tessuto economico basati sulla cultura del vino.
Paesaggi esempio eccezionale di interazione dell’uomo con il suo ambiente naturale grazie ad una lunga e costante evoluzione delle tecniche e della conoscenza sulla viticoltura per cui si è realizzato il miglior adattamento possibile dei vitigni alle caratteristiche del suolo e del clima, tanto da diventare un punto di riferimento internazionale.
Il sito UNESCO è protetto grazie ad un articolato sistema di tutela che comprende le diverse scale di pianificazione territoriale, oltre che le leggi di tutela nazionali che si aggiungono ai progetti regionali, quali quello del primo Piano paesaggistico del Piemonte, adottato dalla Giunta Regionale con la D.G.R. n. 53-11975 del 4 agosto 2009, con l’individuazione di 76 ambiti di paesaggio in base alle loro caratteristiche principali e ai fattori di differenziazione più rilevanti, e l’approfondimento di tutti gli aspetti naturalistici, ambientali e storico-culturali.
Enoteche regionali e botteghe del vino
I vini piemontesi, oltre alle loro riconosciute caratteristiche di qualità e peculiarità, esprimono altri valori aggiunti che derivano dal loro profondo legame con il territorio che li produce e li propone: sono questi i luoghi mitici delle Langhe, del Roero, del vasto e variegato Monferrato, del sistema collinare e prealpino del Torinese e del nord Piemonte. Territori suggestivi e affascinanti dove la vitivinicoltura crea e modella il paesaggio agrario e rurale, ne ispira l'arte, la cultura, le tradizioni popolari, ne esalta la gastronomia e tutta la filiera agroalimentare. Essi sono meta di milioni di turisti e appassionati del vino, interessati anche a conoscere e a fruire della bellezza e dei piaceri offerti dai luoghi del vino piemontese.
Preziosi elementi, quasi naturali, di questi territori sono le 14 Enoteche Regionali e le 34 Botteghe del Vino o Cantine Comunali, istituite dalla Regione Piemonte con la legge regionale n. 37 del 1980, che hanno sede presso Castelli e Dimore Storiche nei principali territori viticoli piemontesi, dove si può trovare la migliore selezione dei vini DOC e DOCG del territorio di riferimento e che accolgono circa un milione all'anno di visitatori e turisti.
La Regione Piemonte promuove la loro costituzione, le riconosce e ne sostiene l'attività, senza scopi commerciali e di lucro, ma finalizzata alla promozione e valorizzazione dei vini, della vitivinicoltura e di tutto il territorio rappresentato.
Costituite dai Comuni e da altri Enti Pubblici territoriali, le Enoteche Regionali, in termini di rappresentatività territoriale, istituzionale e produttiva, hanno una dimensione molto più ampia delle Botteghe del Vino o Cantine Comunali che, in genere, rappresentano la vitivinicoltura di un singolo Comune.
Molte di tali strutture, oltre ad animare il territorio con le numerose manifestazioni e iniziative attivate, gestiscono anche musei etnografici enologici e ristoranti che propongono i piatti della tradizione e le specialità gastronomiche abbinate ai vini.
Enoteche Regionali
- Enoteca Regionale Acqui "Terme e vino"
- Enoteca del Barbaresco
- Enoteca del Barolo
- Enoteca Regionale di Canelli e dell'Astesana
- Enoteca Regionale Piemontese Cavour
- Enoteca delle Colline Alfieri dell'astigiano
- Enoteca Regionale delle Colline del Moscato
- Enoteca Regionale di Gattinara e delle Terre del Nebbiolo
- Enoteca Regionale del Monferrato
- Enoteca Regionale di Nizza Monferrato
- Enoteca Regionale di Ovada e del Monferrato
- Associazione Enoteca Regionale del Roero 2.0
- Enoteca Regionale della Serra
- Enoteca Regionale dei Vini della Provincia di Torino
Strade del vino
Il prestigio dei vini piemontesi è fortemente legato al profondo rapporto che essi hanno con i territori che li producono: territori dove la vite e il vino hanno modellato “un suggestivo” paesaggio agrario e rurale e sono parte integrante della storia, della cultura e delle tradizioni.
Questi paesaggi, ricchi di castelli e dimore storiche diventate residenze del vino, dove il vino e gli altri eccellenti prodotti agroalimentari esaltano la cucina e la gastronomia piemontese, sono Langhe, Roero e Monferrato ed ancora le fasce collinari e prealpine del Torinese ed infine il sistema collinare dell'alto Piemonte, dove operano le Strade del Vino, riconosciute ai sensi della legge nazionale n. 269 del 1999 e della legge regionale n. 20 del 1999.
Aderiscono alle Strade del Vino una costellazione di aziende agricole, cantine, agriturismi, fattorie didattiche, trattorie, alberghi, enoteche regionali, botteghe del vino, musei enologici etnografici e contadini che rispettano gli standard qualitativi e di accoglienza previsti dai disciplinari.
Anche attraverso le Strade del Vino è possibile scoprire o riscoprire i piaceri e il fascino dei vini piemontesi e dei loro territori.
Strade del vino
- Strada del Vino Alto Monferrato
- Strada del Vino Astesana
- Strada del Vino dei Colli Tortonesi
- Strada del Barolo e Grandi Vini di Langa
- Strada del Vino Monferrato Astiano
- Strada Reale dei Vini Torinesi
- Strada del Vino "DOGLIANI" (in fase di costituzione formale e operativa, ha sede presso il comune di Dogliani. Piazza San Paolo 10. Tel. 0173/70107).
Sagre e fiere agricole
Sagre e fiere agricole e agroalimentari, costituiscono un’importante vetrina di promozione del territorio e delle sue risorse: prodotti, territori e paesaggi, enogastronomia, agricoltura, storia, tradizione e cultura.
Il sostegno alle manifestazioni fieristiche di carattere agricolo e agroalimentare, riconosciute ai sensi della L.R. 31/2008 a favore delle amministrazioni locali, viene effettuato accogliendo i principi comunitari sulla libertà d'impresa, semplificando al minimo le procedure burocratiche e introducendo il principio della promozione, anche internazionale, del "prodotto-fiera".
Da qui il riconoscimento e la qualifica di manifestazione fieristica internazionale, nazionale e regionale o locale, con la predisposizione di un calendario previste per l'anno successivo, entro il 30 novembre di ogni anno, cui si concorre sulla base della D.G.R. n. 5-10806 del 18 febbraio 2009.
I mercati dei contadini
Detti anche "farmer market", i mercati dei contadini sono divenuti, in breve tempo, dei veri e propri strumenti di marketing territoriale, occasione per riscoprire le tradizioni legate alla cultura enogastronomica del territorio.
La filiera corta è il particolare tipo di commercio basato sul rapporto diretto fra chi produce e chi consuma e che rende possibile la sperimentazione di nuove forme di scambio, incontro e cooperazione nonché la possibilità di acquistare prodotti di qualità a prezzi ragionevoli.
Nei mercati dei contadini i produttori devono commercializzare prodotti agricoli, anche trasformati, provenienti da aziende piemontesi. Il luogo di origine dei prodotti, la denominazione dell'impresa e il prezzo di vendita devono essere chiaramente indicati ed esposti al pubblico, i prodotti devono essere di stagione ed esenti da OGM (organismi geneticamente modificati).
I mercati dei contadini consentono il riconoscimento di un corrispettivo equo agli agricoltori, il sostegno al consumo in zona delle produzioni locali, incentivano il consumo stagionale, riducono l'impatto ambientale derivante dal trasporto e dagli imballaggi, stimolano ad un consumo "consapevole", offrendo l'opportunità al consumatore di conoscere il percorso dei prodotti acquistati ed effettuare un controllo sulla loro qualità.
I mercati dei contadini in Regione Piemonte vengono istituiti da comuni o da altri enti locali (consorzi e associazioni di comuni) e poi realizzati con il concorso degli imprenditori agricoli e delle associazioni di categoria dei produttori: circa trenta i progetti presentati ad oggi da comuni e comunità montane
All'interno delle aree mercatali si svolgono anche manifestazioni culturali, attività didattiche e dimostrative correlate ai prodotti tipici e tradizionali del territorio di riferimento e ciò contribuisce alla valorizzazione della biodiversità e al ripristino del legame con il territorio, contrastando l'omologazione colturale e la conseguente omologazione dei gusti e dei consumi.
Mercati dei contadini
- Mercato contadino - Bubbio (Asti)
- Il Mercato della Terra di Calamandrana - Calamandrana (Asti)
- Mercato della Rocca - Cavour (Torino)
- Mercato Km0 - Ciriè (Torino)
- Mercato contadino - Cuorgnè (Torino)
- Mercato del Contadino di Demonte - Demonte (Cuneo)
- Mercato Agroalimentare di Mondovì - Mondovì (Cuneo)
- Mercato del tartufo nero e dei prodotti tipici della Valle Mongia - Scagnello (Cuneo)
- Mercato VOV 102 - Torino
Gli ecomusei della Regione Piemonte
La Regione Piemonte con legge regionale n. 13 del 3 agosto 2018 "Riconoscimento degli ecomusei del Piemonte", sostiene e promuove i 25 Ecomusei riconosciuti di interesse regionale.
Gli ecomusei sono strumenti per la cura e gestione del patrimonio culturale locale al fine di favorire uno sviluppo sociale, ambientale ed economico sostenibile. Essi attivano progetti che mettono in relazione usi, tecniche, colture, produzioni, risorse di un ambito territoriale omogeneo con i beni culturali che vi sono contenuti. Attivano percorsi di crescita culturale delle comunità locali, fondati sulla partecipazione attiva degli abitanti e la collaborazione di enti e associazioni
Gli ecomusei operano nei territori di riferimento per garantire benessere e miglioramento della qualità della vita. Essi hanno, in particolare consolidato i rapporti di collaborazione con Slow Food Italia, con i distretti agricoli e le forme emergenti di commercio equo e solidale, potenziando le azioni concrete e tangibili di trasformazione della cultura consumistica del cibo.
Gli ecomusei adottano forme di economia locale con cui sperimentare progetti di filiera corta e sostenibile che siano trasversali agli aspetti agricoli, ambientali, turistici, culturali, sociali (welfare), facendosi promotori dell'intesa tra saperi pratici, di tipo tradizionale e l'innovazione tecnologica, anche attraverso la sperimentazione di nuove forme di occupazione che mettano in relazione anziani e giovani con il proprio patrimonio culturale.
Cardini ecomuseali sono cibo e alimentazione: il patrimonio legato al cibo tradizionale e al benessere alimentare sono elementi in diretta relazione con i tanti paesaggi culturali italiani. Attraverso il recupero di mestieri e abilità, a rischio di estinzione e il sostegno a filiere di qualità, offrono valide prospettive per il ripopolamento di borghi rurali e aree marginali, creando nuove forme di mercato, di domanda e microeconomia.
Il modello ecomuseale rappresenta una prospettiva reale di sviluppo del territorio in termini economici, di coesione sociale e di solidità strutturale attraverso la definizione di un futuro che mette al centro la bellezza, i rapporti umani, il rispetto della terra, la qualità della vita.
1) Ecomuseo del Basso Monferrato Astigiano (AT)
2) Ecomuseo Colombano Romean (TO)
3) Ecomuseo di Cascina Moglioni (AL)
4) Ecomuseo della Segale (CN)
5) Ecomuseo del Lago d'Orta e Mottarone (NO)
6) Ecomuseo dell'Alta Val Sangone (TO)
7) Ecomuseo del Freidano (TO)
8) Ecomuseo della Pastorizia (CN)
9) Ecomuseo dei Terrazzamenti e della Vite (CN)
10) Ecomuseo delle Terre d'acqua (VC)
11) Ecomuseo della Valsesia (VC)
12) Ecomuseo dell'Alta Valle Maira (CN)
13) Ecomuseo del Biellese (BI)
14) Ecomuseo della Val Germanasca (TO)
15) Ecomuseo della Pietra da Cantoni (AL)
16) Ecomuseo delle Rocche del Roero (CN)
17) Ecomuseo delle Terre di confine (TO)
18) Ecomuseo dei Certosini e della Valle Pesio (CN)
19) Ecomuseo dei Feudi imperiali (AL)
20) Ecomuseo dell'Argilla – Munlab (TO)
21) Ecomuseo del Granito di Montorfano (VB)
22) Ecomuseo del Marmo di Frabosa Soprana (CN)
23) Ecomuseo delle Terre del Castelmagno (CN)
24) Ecomuseo della Pietra e della Calce di Visone (AL)
25) Ecomuseo della Pietra Ollare e degli Scalpellini (VB)
Nel 2009 nasce l'Associazione Rete Ecomusei Piemonte (REP), composta in particolare dai 25 Ecomusei istituiti con la previgente legge regionale n. 31 del 14.03.1995 "Istituzione di Ecomusei del Piemonte". Essa rappresenta e tutela gli interessi dei suoi associati nei confronti di istituzioni o di altre realtà italiane ed internazionali; svolge attività di ricerca, studio, riflessione, confronto e progettazione su tematiche di interesse comune; lavora in rete per ottimizzare azioni e risorse e collabora attivamente con il "Laboratorio ecomusei" della Regione Piemonte.
Link utili:
Musei etnografici ed enologici
I musei etnografici ed enologici raccolgono, conservano e organizzano le fonti della cultura materiale relativi alle produzioni agricole, al lavoro nella vigna ed in cantina.
In Piemonte i musei etnografici ed enologici sono spesso costituiti da raccolte museali private, iniziative di cantine storiche oppure sezioni dedicate alla cultura materiale presenti nelle Enoteche regionali, Botteghe del vino e Cantine comunali: raccolte museali da visitare quali memoria del territorio, del modo di vivere e delle radici della civiltà contadina piemontese.