La "Tirá" è una torta a forma di ciambella composta da farina, di zucchero, latte, di burro, tuorli d'uovo, lievito di birra ed un pizzico di sale.
Territorio di produzione
La produzione coincide con il comune di Rocchetta Tanaro in provincia di Asti.
Metodo di preparazione
Occorre innanzitutto stemperare il lievito in poca acqua e aggiungere farina formando un nucleo di pasta morbida. Tale impasto deve essere lasciato lievitare alcune ore in una scodella coperta da una tela in un luogo tiepido. Dopo alcune ore, si unisce altra farina, zucchero e burro e si bagna il composto con latte leggermente intiepidito.
Impastato nuovamente il composto, esso è collocato, per tre ore circa, in un ambiente avente temperatura tra i 30°C ed i 35°C.
A lievitazione avvenuta, si uniscono i rimanenti quantitativi di ingredienti amalgamandoli fino ad ottenere una pasta elastica. Tale pasta è, poi, tagliata in due parti per ottenere due "Tirá" di circa 500 g l'una, oppure un'unica forma da 1 kg, posti a lievitare in una teglia al caldo. Ottenuta una massa avente il doppio del volume iniziale, si possono praticare a piacere 2 o 3 tagli diagonali sulla bombatura superiore del dolce nonché pennellare la superficie superiore della ciambella con della chiara d'uovo sbattuta.
Infine, la ciambella è cotta in forno a 180°C finché la superficie esterna assume una colorazione bruna.
Storia
A partire dal Regno Sardo Piemontese, e successivamente durante il Regno d'Italia, il dolce "Tirá" accompagnava, nel Monferrato, le feste in occasione del reclutamento militare dei giovani: da qui l'origine del nome. Il contingente annuale dei "coscritti" era selezionato e ripartito in base al sorteggio di un numero che stabiliva la categoria e la durata del servizio militare. "I tirági" o "Al tiráj" erano infatti le feste dei giovani di leva che andavano a "tirare" il numero.
Secondo un'altra interpretazione, il nome Tirá, deriverebbe dal "salamotto" di pasta allungato (tirato) che è posto sulla carta oleata per la cottura.
Curiosità
Tradizionalmente la "Tirá", preparata in abbondanza durante le feste dei "coscritti", veniva consumata con il vino migliore, prodotto nell'anno di nascita del figlio, messo da parte ed imbottigliato per essere stappato con gli amici nel giorno della festa di leva (u Tiragi).