Il Castagnaccio è un dolce povero a base di castagne. Ha una pezzatura variabile tra i 600 e gli 800 grammi, forma rotonda, colore marroncino ed il sapore delle castagne.
Gli ingredienti sono: Marroni della Valle di Susa, lessati e passati al passaverdura (oppure farina di castagne), pinoli, uvetta, scorza d'arancia candita, gherigli di noci, zucchero, latte, acqua, olio d'oliva, sale e rosmarino. A Villar Focchiardo in provincia di Torino le prugne secche spezzettate e la scorza d'arancia sono aggiunte all'impasto.
Si prepara in autunno.
Territorio di produzione
Tutto il piemonte
Metodo di preparazione
In attesa della preparazione, occorre lavare l'uvetta e farla rinvenire in acqua tiepida, lasciandola ammorbidire per circa 20 minuti. In una ciotola, si mescola il purè di marroni (oppure, qualora si sia optato per la farina di castagne, la farina) con lo zucchero, il sale, l'olio, il latte e l'acqua, fino ad ottenere un impasto fluido. Si aggiunge, poi, metà dei pinoli e parte dell'uvetta ben scolata. Si versa, infine, il composto così ottenuto in uno stampo precedentemente imburrato ed infarinato, e lo si stende con una spatola di legno fino a formare uno strato omogeneo . Infine si spolverizza con i rimanenti pinoli, la restante uvetta ed un po' di rosmarino triturato grossolanamente. Si lascia cuocere il dolce per circa 40 minuti. Si lascia raffreddare in forno e si serve il dolce tiepido o freddo.
Storia
La preparazione del Castagnaccio risale a tempi lontani.
Taluni narrano che le foglioline di rosmarino utilizzate per profumare il Castagnaccio avevano una connotazione amorosa. Si credeva, infatti, che un giovane le avesse mangiate contenute nel "Castagnaccio" offertogli da una ragazza o dalla sua famiglia, e poi si fosse innamorato immediatamente di lei chiedendola in sposa.
La coltivazione di castagne in Valle di Susa fu introdotta nel XIII secolo ad opera dei monaci certosini presenti a Montebenedetto (Villar Focchiardo); la coltivazione si attestò nel corso dei secoli basti dire che Villar Focchiardo a metà del 700 esportava, cioè vendeva, 1.696 sacchi di castagne, coltivando 574 giornate di castagneti di buona qualità.
Curiosità
Il dolce può essere gustato anche il giorno seguente la preparazione.